Escursione sulla neve in Valgardena

  • 31 Gennaio 2020

Grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano, William Blake

Le esperienze che contano e che si imprimono nella memoria, sono quelle splendide e uniche che ognuno di noi viviamo e questa è una di quelle per noi e ve la raccontiamo.
Location
Santa Cristina (BZ) – Dolomiti
Giorno 3 della nostra settimana bianca
Un gelido lunedì mattina di gennaio che poi durante il giorno si è svelato assolatissimo
Chi
Agenda Minimal
Come
A piedi e in funivia

Arrivati in Valgardena per la nostra prima settimana bianca, abbandonando gli sci abbiamo deciso di farci un’escursione come da proposta di Valgardena Active.
Ci siamo abbatuffolati nel nostro abbigliamento più caldo e siam partiti alla scoperta del Sassolungo fino ad arrivare all’Alpe di Siusi.
La funivia che di poco distava dalla nostra abitazione è di quelle aperte, che ti fa sentire ancor più secondo me a stretto contatto con la natura e le montagne immense e bianchissime che ci circondavano ma alle 9.00 del mattino l’impressione che ci attraversava era ancor più quella di un vento gelido che non voleva staccarsi dalle nostre membra. Tant’è che dopo poco che siamo arrivati a valle della funivia che accompagnava al Monte Pana eravamo già dei ghiaccioli pronti per attraversare il freddo, quel sconosciuto a noi che venivamo da Roma.
La nostra guida, Amerigo, ci ha accolti con calore e ci ha presentati gli altri tre nostri compagni che ci avrebbero seguito anche loro nell’escursione, una coppia di Padova ed un signore tedesco di Colonia. Ci differiva una lingua ma l’incanto che quella escursione ci ha donato era lo stesso sui nostri singoli occhi alla vista di paesaggi meravigliosi.

Per attraversare il Sassolungo che porta all’Alpe di Siusi, dapprima, abbiamo preso per circa 5-7 minuti una corriera, un bus dalla funivia a valle del Monte Pana che arrivava fino allo Scilar e nel mezzo dei pini silvestri della Val Gardena siamo scesi per addentrarci nel bosco per la nostra escursione.
Il freddo era tantissimo ma Amerigo, la nostra guida locale, non demordeva e ci spiegava per filo e per segno il suo territorio, in primis parlandoci dei boschi feriti durante quei maledetti giorni di fine Ottobre 2018 dalla terribile tempesta Vaia che devastò i meravigliosi boschi dell’intero Triveneto.
Possiamo anche noi testimoniare queste ferite aperte della montagna che sono visibili anche attraversando questi territori in auto e sono ferite che come ci diceva Amerigo, si rimargineranno almeno tra 100 anni.

La natura dà e la natura toglie si direbbe oggi.
Quel che toglie è violento alla vista e quel che dà è maestoso ed emozionante.
Dopo un percorso al freddo e al gelo nel fitto bosco, ai nostri occhi si mostrava un percorso aperto circondato dagli imponenti Sassopiatto e Sassolungo e sconfinati prati bianchi di neve con qua e là delle baite che sono senz’altro paragonabili alla dimora della piccola eroina dei cartoni animati Heidi.

In questo scenario iconico naturale abbiamo fatto la nostra prima sosta, un break con un tè caldo offerto generosamente da Amerigo e dei buonissimi wafer viennesi ai quali non si poteva resistere!
Eravamo seduti ai margini di una baita di legno, costruzioni che poi a Ortisei, grazie ad una mostra fotografica, scoprimmo che si chiamano “masi”, delle abitazioni rurali tipiche del Trentino.
Trattasi di costruzioni meravigliose, d’altri tempi, che oggigiorno necessitano di cure preziose e tutela affinché possano conservarsi ancora il più possibile intatte per portare alla memoria la loro preziosità – il loro uso e valore intrinseco fortemente culturale.

Dopo la nostra sosta, ci siamo incamminati lungo prati dolcissimi abbracciati da una neve alta quasi mezzo metro se non più e una strada innevata battuta da altri camminatori come noi che ci ha permesso di godere di questi paesaggi sublimi.
Il percorso che stavamo attraversando è un percorso storico della Valgardena, luogo che ospita da secoli pascoli e contadini che con il loro prezioso contributo e lavoro hanno plasmato queste valli con questa maestria ed impegno.
Le piste da sci erano spettacolari alla vista, baciate da una neve bellissima e fresca perché pochi giorni prima aveva nevicato, precisamente al nostro arrivo in valle.
Obiettivo della nostra escursione dopo il break era quello di raggiungere il luogo più alto intorno a quelle meravigliose valli e che si trovava precisamente al rifugio Zallinger a quota 2.054 metri. Al rifugio siamo arrivati dopo essere stati in mezzo a delle vallate stupende, aperte a 360 gradi con viste panoramiche mozzafiato – la Marmolada si vedeva imbiancata in fondo in fondo alla nostra vista, il Massiccio dello Sciliar, le Odle e ancora il Sassolungo e il Sassopiatto.

Dopo un buonissimo Apfelstrudel e una favolosa Sacher Torte al rifugio, la guida Amerigo ci ha accompagnati nella chiesetta Zallinger che dista di pochissimi passi dal rifugio, costruita nel lontanissimo 1857. Amerigo ci ha aperto con una mega chiave la chiesetta e al suo interno si ricordavano i protagonisti della Valgardena tra i quali ricordiamo Paula Steger, “la Paula” come la chiamavano i gardenesi, famosa sciatrice e alpinista. Lasciata la chiesetta nella sua amena tranquillità, abbiamo approfittato della disponibilità degli slittini del rifugio Zallinger e prendendo ognuno una slitta, abbiamo attraversato con una gioia infantile le vallate dell’Alpe di Siusi fino ad arrivare al rifugio Tirler al Saltria.

Qui una statua ricorda Luis Trenker, regista, attore, alpinista del Trentino, una leggenda per le genti delle montagne. Dal Saltria, un bus aspettava noi e i tenaci sciatori dell’Alpe di Siusi per accompagnarci di ritorno al Monte Pana. Un’esperienza unica rimarrà nella nostra memoria ed è stato un piacere per noi raccontarvela.

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Autore

Daiana Cotoara

Nata nel 1989, Daiana Cotoara fin da piccola è appassionata di arte a 360° e curiosa della Bellezza che ci circonda, quella Bellezza che come avrebbe detto Fëdor Dostoevskij, salverà il mondo.

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