Artista esponente dell’espressionismo pittorico della Norvegia di inizio secolo scorso, nasce nel 1863 in una piccola realtà rurale.
A causa della tubercolosi perde in giovanissima età sia il padre che la sorella. Fin da piccolo perseguitato da vari malesseri e malattie, non ha la possibilità di frequentare regolarmente la scuola.
Si dedicherà durante tutta la sua vita all’arte, al disegno, a coltivare le sue passioni e dare libero sfogo a queste vene passionali.
Verso la fine del 1800, intraprende numerosi viaggi in Europa centrale tra Parigi e Berlino e ne rimane affascinato da opere di artisti in voga quali Van Gogh, Toulouse-Loutrec e Paul Gauguin.
E’ proprio a Berlino che Munch comincerà a dipingere le varie versioni de l’Urlo.
De l’urlo esistono tre dipinti a olio, due pastelli e alcune incisioni, tutte che si richiamano al “Fregio della vita” che tratta di vita, amore e morte.
“Una sera camminavo lungo un viottolo in collina nei pressi di Kristiania – con due compagni. Era il periodo in cui la vita aveva ridotto a brandelli la mia anima. Il sole calava – si era immerso fiammeggiando sotto l’orizzonte.”
E’ lo stesso Munch, in un suo diario a raccontare l’episodio che fece scaturire in lui la realizzazione di questo tema a lui caro.
Tentò di trasporre sulla tela il tramonto “rosso sangue” che fosse in grado di restituire agli osservatori quella visione di “sangue colato” che egli stesso provò in quella sera d’estate.
L’Urlo presenta un forte effetto espressivo, ottenuto mediante un’associazione di colori complementari (rosso-verde, azzurro-arancio) in modo da mettere in risalto il cromatismo del dipinto. Le tonalità calde le troviamo nella parte alta del quadro, così da conferire maggior peso alla composizione, controbilanciando l’addensamento degli elementi compositivi in basso. Analogamente, i colori chiari sono collocati intorno al volto del personaggio, che in questo modo viene esaltato agli occhi dell’osservatore.
E’ di ieri invece la notizia rivelatoria che la misteriosa iscrizione presente sulla tela, che recita “può essere stato dipinto solo da un pazzo”, e che per decenni ha attirato l’attenzione degli esperti, sia iscrizione autentica dello stesso artista, come testimoniato dalle analisi ad infrarossi del quadro.
Prova dunque che nemmeno a distanza di secoli, Edward Munch, finisce di stupirci, rendendoci tutti spettatori e protagonisti dei nostri incubi e paure più grandi e umane che nell’Urlo trovano l’espressione più pura e autentica di sempre.