Cento anni dalla nascita del più geniale e controverso fotografo di moda
Il post di questa settimana lo dedichiamo alla figura fantastica di Helmut Newton, uno tra i più grandi fotografi internazionali mai esistiti, geniale, controverso e visionario nel campo della moda che tanto ha immortalato con i suoi scatti.
Molte sono le iniziative che nel centenario dalla nascita ricordano e celebrano Helmut Newton.
Ricordiamo innanzitutto la grande mostra Helmut Newton One Hundred, pubblica e gratuita, presso la Fondazione di Berlino che ne porta il nome ed è nata per sua volontà e di sua moglie Jane.
Vogue Italia gli ha dedicato un numero tutto suo, con speciali e approfondimenti molto interessanti che ci sono stati di ispirazione e documentazione per la redazione di questo post.
Helmut Newton nasce nel 1920 a Berlino e fin da giovanissimo ha la visione per la fotografia, un mondo per lui geniale che avrà modo di approfondire con uno stage a 16 anni presso lo studio fotografico di Yva, tra le più grandi fotografe di moda dell’allora Repubblica di Weimar.
Newton da Yva ne erediterà dei tratti specifici che non abbandonerà mai nella sua arte, in primis il gusto per l’eleganza sensuale e l’idea che le riviste di moda siano di certo l’oggetto fondamentale per la sua arte e non i musei, non le gallerie d’arte.
Nel 1938 Newton, di origini ebree, sfugge alle persecuzioni naziste rifugiandosi in Europa fino ad arrivare in Australia dove nel 1946 inaugurerà il suo primo studio fotografico e conoscerà la sua musa e compagna, l’attrice fotografa June Browne, alias Alice Springs.
L’anno zero per l’inizio della fortissima collaborazione tra Helmut Newton ed il mondo della moda è il 1961.
Nel 1961 Newton infatti comincerà a collaborare con Vogue Paris e da lì in poi tutta la sua carriera sarà sempre più innovativa, sorprendente, avanguardistica ed allo stesso tempo contemporanea.
Nelle sue fotografie, nell’immortalare le modelle che indossavano le collezioni più glamour dei più grandi stilisti, Helmut Newton si è sempre distinto da altri suoi colleghi per peculiarità che solo a lui appartengono: l’estrema sensualità dei suoi ritratti mixati a vere e proprie ritrattistiche fotografiche e documentari, toni fetish e voyeur e accostamenti culturali ed artistici unici.
Con Newton, come ricorda Vogue Italia, la donna non è vittima.
Nuda, la donna decide senza mai perdere la propria dignità. Sta dritta, sorride raramente, quasi mai. Talvolta veste personalità maschili, talvolta femminili.
Newton fa indossare alle donne che fotografa gli stereotipi degli uomini, restituendogli lo specchio del loro machismo. Un vero rivoluzionario, un vero lettore ed interprete del suo tempo.
La donna di Newton è una donna vera, reale, non astratta. Sexy, ma soprattutto vive nella propria quotidianità.
Per questo il fotografo per ritrarre le proprie fotografie, preferisce luoghi famigliari: strade, camere d’albergo, piscine, saloni, hall.
Nel suo rapporto con le donne che ritrae e la moda quel che conta è dunque il soggetto – la donna e non il vestito che indossa.
Sarà tramite la donna che ovviamente il vestito e l’abito emergerà, attraverso i suoi tratti androgini o femminili, le sue azioni, i suoi sguardi.
Il soggetto non è l’abito ma la narrazione che ne emerge dalle fotografie di Helmut Newton.
Tra le sue modelle ricordiamo Monica Bellucci, Clara Saint, Charlotte Rampling, Cindy Crawford.
Tacchi a spillo, porte, specchi, manichini sono simboli preziosi di Helmut Newton per condire la sua arte, i suoi messaggi, il suo fascino per il femminile e il potere che ciascuna donna ha nell’affermare sé stessa.
Oggi, l’arte sensuale e il nudo in sé, passa in mano ai fotografi odierni quali David LaChapelle, Ralph Gibson, l’italianissima e bravissima Vanessa Beecroft.
A questi professionisti l’eredità di Helmut Newton rimane viva nella speranza che tirino fuori dalla propria arte tratti vividi e impeccabili come quelli emersi dalla fotografia di Helmut Newton.