I Macchiaioli e l’invenzione del Plein air tra Francia e Italia

  • 3 Luglio 2023

A maggio ho avuto il piacere di visitare una chicca di mostra nella suggestiva location della Reggia di Monza.

L’Orangerie della Villa Reale di Monza, ha ospitato infatti dal 18 febbraio al 21 maggio 2023 un buon numero di dipinti degli artisti macchiaioli francesi e italiani che hanno fatto del plein air il loro tema principale sulla tela.

Confesso che è stata la prima volta per me in cui vedevo una mostra interamente dedicata agli artisti macchiaioli, apprezzando da sempre il loro fascino notato qua e là su tele che ho avuto modo di vedere in strutture museali in giro per il mondo.

La mostra è stata motivo di ancor più grande soddisfazione perché scoperta di maggiori significati di tale corrente artistica sviluppatasi nella seconda metà dell’Ottocento.

I Macchiaioli furono un gruppo di pittori italiani che emersero nella seconda metà del XIX secolo, principalmente a Firenze. Il termine “Macchiaioli” deriva dalla parola italiana “macchia”. Questo nome fu attribuito loro inizialmente in modo dispregiativo, poiché la loro tecnica di pittura si basava su pennellate rapide e separate, senza un’attenzione eccessiva ai dettagli, ma con una forte enfasi sulla cattura dell’effetto di luce e atmosfera.

I Macchiaioli furono influenzati dalla pittura realista francese e in particolare dal movimento impressionista. Anche se i Macchiaioli non abbracciarono completamente il principio dell’impressionismo, condividevano l’interesse per la luce naturale e l’atmosfera nella loro rappresentazione della realtà.

Tale imprinting l’ho potuto percepire fortemente alla mostra. E’ proprio ciò che mi ha meravigliato e affascinato – la forza di somiglianza con l’impressionismo francese e nel contempo la consapevolezza che tale corrente, in quanto di poco precedente ad esso o comunque non appartenente alle stesse aree territoriali, ne abbia favorito gli sviluppi più intensi e peculiari poi in Francia.

Tele come quelle di Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Nicolò Cannicci, non hanno nulla da invidiare ai francesi Breton, Renoir, Millet etc.

Oserei dire che ne sono dei simili italiani autoctoni ed originali, contestualizzati nell’Italia di metà Ottocento.

I temi preferiti dai Macchiaioli includevano paesaggi rurali, scene di vita quotidiana, ritratti, nature morte, soldati a cavallo.

In merito a quest’ultimo tema, ricordo infatti che il movimento dei Macchiaioli ebbe origine da un piccolo gruppo di artisti, molti dei quali erano stati rivoluzionari nei moti del 1848. Parliamo quindi di una corrente artistica, non dimentichiamocelo, che tra le sue origni nel Risorgimento italiano.

I colori erano spesso luminosi e audaci, con una forte enfasi sull’uso del colore per catturare l’effetto della luce solare.

I paesaggi risultano sempre poetici, lirici, testimoni di un rapporto panico, quasi spirituale, con la natura.

Le composizioni evocative, a volte prevedono figure solitarie in ambienti naturali, personificazioni di uno stato d’animo meditativo, di malinconica ma quieta immersione nel paesaggio.

Di forte ispirazione per i macchiaioli italiani, saranno le opere francesi di Corot e dei barbizonniers.

Dall’osservazione diretta del vero che nasce l’ipotesi della macchia, che supererà, quanto a efficacia della ricerca e modernità degli esiti, tutte queste esperienze coeve o di poco precedenti.

Tra le opere, ricordo con piacere la piccola tela di Telemaco Signorini “Rive dell’Arno” (olio su tela), nella quale l’area protagonista del primo periodo della ricerca macchiaiola è circoscritta: Firenze e le sue campagne, Castiglioncello, la costa ligure.

Di Giovanni Fattori, considerato tra i principali esponenti dei Macchiaioli, ricordo il dipinto “Buoi al carro”. La tela racconta il lavoro nelle campagne attraverso gli animali impiegati; questo dei buoi è tema punto di forza dell’artista livornese. La pratica di ritrarre animali è un forte elemento di vicinanza dei Macchiaioli con la scuola di Barbizon, cara quest’ultima e di ispirazione anche al geniale olandese Van Gogh.

Sempre di Fattori, per riprendere un altro topic caro ai Macchiaioli, cito l’opera “La lettera al campo: Soldato che legge una lettera”.

Dipinto a olio di piccole dimensioni di Giovanni Fattori, raffigurante un soldato in divisa bianca con berretto nero sdraiato sull’erba mentre legge una lettera; in secondo piano due cavalli; sullo sfondo l’accampamento tra gli alberi. Il tema dei soldati, era anch’esso ricorrente tra i Macchiaioli, Fattori ritrasse infatti dal vero soldati francesi accampati nelle Cascine e questi furono i suoi primi esperimenti di pittura con stesura a macchia volto ad un realismo particolare che gli derivò dall’incontro con il pittore romano Nino Costa. Questa viene definita la fase dei soggetti di carattere militare in Fattori.

I Macchiaioli furono importanti per lo sviluppo dell’arte italiana dell’epoca e per l’introduzione di nuove idee sulla pittura all’aperto e la rappresentazione della realtà. Anche se inizialmente furono oggetto di critiche, nel corso del tempo il loro lavoro fu riconosciuto e apprezzato come un importante contributo all’arte italiana del XIX secolo. Oggi, le opere dei Macchiaioli sono esposte in importanti musei e collezioni d’arte in tutto il mondo.

Vi invito per questo a soffermarvi qualche minuto in più, quando ne avrete modo, di fronte ad un dipinto dei Macchiaioli italiani e francesi, per scoprire nuove correnti artistiche, anticipatrici di altre ben più famose a noi come l’Impressionismo.

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Autore

Daiana Cotoara

Nata nel 1989, Daiana Cotoara fin da piccola è appassionata di arte a 360° e curiosa della Bellezza che ci circonda, quella Bellezza che come avrebbe detto Fëdor Dostoevskij, salverà il mondo.

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