A Casa di Sant’Egidio

  • 20 Maggio 2021

Una domenica piena di Senso

La scorsa domenica, abbiamo trascorso una giornata autentica che ci ha arricchito e lasciato segni tangibili di solidarietà ed un significato profondo del bene e dei valori umani più importanti e sensibili.
Insieme agli amici della Comunità di Sant’Egidio con i quali collaboriamo dando una mano in segno concreto ogniqualvolta ne abbiamo modo, ci siamo recati in un percorso immersivo e profondo nei loro spazi più simbolici ed importanti per le attività che giorno dopo giorno offrono con generosità al mondo.
L’appuntamento era nel quartiere cuore pulsante della Comunità fin dalle sue origini, stiamo parlando di Trastevere e dell’omonima Piazza di Sant’Egidio, sede istituzionale della Comunità.

La piazzetta parla da sola e comunica attraverso i segni concreti che si trovano al suo interno – la targa della sede istituzionale della Comunità, adiacente alla quale è presente la scultura “Homeless Jesus” dell’artista Timothy Schmalz e frontalmente ad essa la Trattoria de Gli Amici.
La scultura è la raffigurazione di un Gesù senzatetto, una persona qualunque bisognosa, dormiente su una panchina con accanto a sé uno spazio lasciato libero per chi vorrà avvicinarsi a lui, a queste figure del nostro secolo bisognose della nostra vicinanza, conforto, parola, solidarietà.

La Trattoria de Gli Amici è invece una realtà davvero fantastica, non è infatti un semplice ristorante, qui vi lavorano persone con disabilità affiancate da professionisti ed amici.
Si tratta infatti di un locale gestito da una cooperativa sociale, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e tutti gli utili della trattoria sono finalizzati al progetto stesso.
Abbiamo avuto il piacere di gustare sapori squisiti della cucina romana per la pausa pranzo e siamo stati circondati da grandi sorrisi che si intravedevano dagli occhi di queste persone speciali.

La Trattoria de Gli Amici come vi dicevo è un progetto fantastico perché al suo interno racchiude altrettante iniziative meravigliose, una tra queste il Laboratorio d’Arte realizzato con i ragazzi disabili. I quadri del laboratorio sono generosamente esposti all’interno della trattoria e ne emerge un mondo ancor più speciale il cui comune denominatore è la libertà che questi ragazzi esprimono sulla tela, la loro fantasia ed immaginazione, i mondi colorati e complessi che ci raccontano registrando i loro sentimenti sulla tela grazie al supporto di esperti d’arte e professori che li seguono in questa attività così bella.

La sede istituzionale della Comunità di Sant’Egidio, racconta invece anche qui con segni concreti e tangibili, quanto la Comunità ha fatto per quelle che Papa Francesco ha definito come le 3 p della missione della Comunità: la preghiera, i poveri, la pace.

La Chiesa di Sant’Egidio al suo interno raccoglie tutte le testimonianze legate al significato profondo della preghiera per la Comunità e al suo interno la raffigurazione più iconica è di certo a mio avviso l’immagine del volto di Gesù. Si tratta di una icona molto antica, proveniente dalla chiesa russa. Essa rappresenta un “mandilion”, cioè il velo sul quale si è impressa la vera immagine del volto di Gesù. Dall’icona Gesù guarda chiunque si siede in chiesa per pregare.
E’ uno sguardo insieme serio e compassionevole.

Il gesto profondo verso i poveri e gli infermi lo rinveniamo nella sede di Sant’Egidio in numerose iconografie, prima fra queste l’affresco con il Santo e la cerva ma ancor più a me ha impressionato il giardino pieno di piante esotiche e la campana che ogni giorno alle 18.00 viene suonata per ricordare gli ammalati e alla quale si riserva poco dopo uno spazio di rispettoso silenzio dalle attività amministrative della Comunità.

Incamminandoci ancor più in dentro e nel profondo della Comunità, entriamo nella sala della firma dei trattati internazionali di pace, una sala molto sobria che al suo centro ospita un grande tavolo al quale si sono seduti ripetutamente i grandi leader africani e non solo, per firmare accordi di pace storici, primo tra questi quello raggiunto con il Mozambico nel 1992 e ricordato come l’Accordo generale di pace di Roma, reso possibile grazie alla preziosa mediazione della Comunità di Sant’Egidio.

Altro luogo simbolo della Comunità di Sant’Egidio è la Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, sempre nel cuore di Trastevere. Dal 2002, per volontà di Giovanni Paolo II, la Basilica di San Bartolomeo all’Isola è divenuta il luogo memoriale dei testimoni della fede del XX secolo, affidata alla cura della Comunità di Sant’Egidio.

Sempre a Trastevere, un altro segno tangibile della solidarietà della Comunità, è la Scuola per lingua e cultura italiana per stranieri.
Un progetto immenso, che vive da decenni ormai a Trastevere ed ha ospitato nel tempo milioni di persone bisognose di conoscere la nostra lingua per comunicare, per lavorare, per le attività quotidiane legate alla cura della persona ed oggi per attività legate allo sviluppo delle proprie conoscenza, al desiderio di avere un diploma o una laurea nel settore di proprio interesse.
La scuola è ospitata in un palazzo storico di 3 piani e presenta al suo interno sale multimediale attrezzate in periodo di pandemia per formazione non solo in presenza ma anche da remoto, un fiore all’occhiello della Comunità, un altro grande passo verso il prossimo in segno tangibile.

Poi, a fine giornata, intorno alle 16.30, sempre a Trastevere, a pochi passi da Piazza San Cosimato, abbiamo visitato la mensa per i poveri.
La mensa sorge nell’edificio in cui si trovava il calzificio della famiglia ebraica Caviglia, che in seguito alle leggi razziste del 1938 lo dovette abbandonare. Nel dopoguerra la famiglia riprese la propria attività altrove e, avendo recuperato la proprietà dello stabile in via Dandolo lo cedette successivamente alla Comunità, perché diventasse la sede della mensa per i poveri. Così questo luogo segnato dall’esclusione e dal razzismo è diventato un luogo di inclusione e uno spazio di accoglienza e di amicizia per tutti, espressione dolce e calda della famiglia universale che vuole essere la Comunità.
Le file alla mensa di Sant’Egidio ed ai centri di accoglienza, in tempi di pandemia, sono sempre più numerose e lo abbiamo toccato per mano vedendo quante persone in silenzio e con una umiltà infinita, si sono incamminate verso questo spazio per ritirare una busta con all’interno viveri caldi, segno anch’esso tangibile di umana solidarietà.

La mensa della Comunità di Sant’Egidio di Via Dandolo a Roma è anche sede del recapito postale per tante persone che vivono sulla strada e non hanno modo di ricevere la corrispondenza.
Per chi è senza casa, lontano dalla propria famiglia, ricevere la posta è l’unico modo per mantenere i contatti con le persone care. Per questo gli ospiti bisognosi possono anche ricevere la posta.

La Comunità di Sant’Egidio, grazie alle attività dei suoi volontari, in tempi di pandemia da Covid-19, dal 9 marzo 2020 ha distribuito circa 300.000 pacchi alimentari in tutta Italia, cioè tre volte in più rispetto all’anno precedente, in 30 città. A Roma si è passati da 3 a 28 luoghi di distribuzione, a Genova da 4 a 10.

Tutto questo è possibile grazie alla solidarietà di tutti noi che possiamo sostenere le attività della Comunità di Sant’Egidio: con raccolte di cibo, donazioni e offrendo il nostro aiuto e presenza sul territorio per distribuire con la Comunità quanto necessario per le persone povere e bisognose.
E tu? Puoi anche tu offrire il tuo tempo per aiutare o sostenere la Comunità di Sant’Egidio.

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Autore

Daiana Cotoara

Nata nel 1989, Daiana Cotoara fin da piccola è appassionata di arte a 360° e curiosa della Bellezza che ci circonda, quella Bellezza che come avrebbe detto Fëdor Dostoevskij, salverà il mondo.

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