Il poliedrico artista in mostra a Palazzo Altemps a Roma
Palazzo Altemps ospita una meravigliosa mostra del poliedrico artista romano Alberto Savinio, fratello del metafisico De Chirico e noi siamo andati a curiosarci dentro per voi.
Fortunatamente, con le aperture estive dei poli culturali, lasciandoci il più possibile la pandemia da Covid-19 dietro di noi, molti musei offrono una varietà immensa di offerte culturali tra mostre, iniziative, eventi, aperitivi e dopo mesi trascorsi sulle scrivanie domestiche, è arrivato il momento di uscire un pò fuori e vedere cosa c’è di bello in giro.
Ancora per pochi giorni, esattamente fino al 13 giugno, in Piazza S. Apollinare a Roma potrete conoscere a fondo l’artista Savinio e apprezzarne le sue opere mitiche e fantastiche con allestimenti davvero ben riusciti che fanno dialogare con precisione l’antico con l’arte moderna e giocosa di Savinio.
Pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico, Savinio nasce ad Atene nel 1891 e morirà a Roma nel 1952, rivestendo il mestiere di scrittore, pittore, drammaturgo e compositore italiano.
Attraverserà mezzo secolo con la sua arte e creatività e racconterà le esperienze avanguardistiche in tutta Europa, muovendosi a inizio del ‘900 tra Monaco, Parigi e Roma.
Tutto questo fragore, furore, movimento che si percepiva nelle masse, soprattutto a inizio secolo scorso, lo percepiamo nelle opere mitiche di Savinio, come si può evincere precisamente dalla pastosità dei suoi colori che a tratti mi ha ricordo il calabrese Boccioni di inizio secolo ne “La città che sale”.
In particolare, nel quadro di Savinio “La battaglia dei centauri” realizzato nel 1930, il movimento ed i colori si avvicinano molto al Boccioni ed alla sua tavolozza.
Le opere, circa 90 lavori tra dipinti e opere grafiche provenienti da istituzioni pubbliche e collezioni private, mettono in evidenza, i molteplici interessi dell’artista che spaziano dalla musica, alla letteratura, alla pittura, al teatro.
Quanto esposto fa emergere l’incanto ed il mito tanto bramato da Savinio, come la stessa mostra ben intona.
Con sarcasmo pungente, ci racconta la narrazione della mostra, Savinio affonda a piene mani nella letteratura “noir” e nei suoi misteri, nella filosofia greca fedele alle sue origini natali, attraverso pensatori tedeschi di fine Ottocento a lui cari come Nietzsche.
L’immaginazione di Savinio è un’immaginazione ricca, vitale ed esplosiva e lo deduciamo a pieno dai suoi quadri visionari e oserei definire anche onirici.
Uno tra questi, davvero incantevole, è “Lisola dei giocattoli” del 1930.
L’allestimento è giocoso, perverso e ironico come lo definiscono i curatori, in un rituale metamorfico all’interno di Palazzo Altemps dove umanità e animalità si mescolano come in un bricolage folle e fanciullesco.
Personaggi familiari o risvegliati da miti e leggende antiche appaiono in forme inattese: nuovi bestiari dipingono immagini ormai ibridate e disgiunte da ogni logica naturale, assemblate in dimensioni nuove e sconosciute.
Incanto e mito è la mostra che racconta con maestria l’universo disorientato e perturbante degli spazi vertiginosi e dei paesaggi multiformi che sono elementi fondanti dell’alfabeto immaginario e irreale di Alberto Savinio e che grazie alla molteplicità di opere che ospita vi regalerà una visione privilegiata e molto completa della figura poliedrica di questo grande artista del Novecento.