Il Parco Naturale dei Castelli Romani
Alla fine di marzo, spinti dalla voglia di scandagliare nuovi territori limitrofi alla capitale, ci siamo spinti all’interno del Parco Naturale dei Castelli Romani. La giornata sorprendentemente soleggiata, ancor più di adesso e in assenza di scherzati meteorologici stagionali, ci ha permesso di trasformare quella che voleva essere una passeggiata in una bella gita con tanto di percorsi ben segnalati sull’itinerario tra presenze archeologiche, influenze degli antichi miti greco-romani e paesaggi meravigliosi sull’orizzonte.
Percorrendo in macchina la meravigliosa campagna romana, ricca di suggestioni bucoliche e gastronomiche, ci siamo immersi nel Parco dei Castelli Romani dal Comune di Rocca di Papa, paesino arrecato su una collinetta pittoresca, che a parte l’assenza alle sue pendici di un panorama marino, nulla toglierebbe a paesini della costiera ligure quali Corniglia o Manarola. L’itinerario segnalato lungo il percorso del Parco Naturale dei Castelli Romani parte dalla Piazza della Vittoria di Rocca di Papa dove è presente anche un comodissimo parcheggio ampio e gratuito. Salendo lungo le vie paesane da Piazza della Vittoria, in un battibaleno si arriva alle alture della frazione, costeggiando villette profumanti d gardenie spettacolari sorvegliate da cani pastore ululanti ma socievoli. La prima attrazione che si incontra lungo il percorso è di tipo storico, archeologico. Il territorio infatti che si percorre nel Parco Naturale dei Castelli Romani è per buona parte la Via Sacra che trae le sue origini al VII sec. a.C. e conosciuta anticamente con il nome di Via Albana perché in prossimità del lago di Albano o via Trionfale ritenuta la più vecchia e la più nobile via d’Italia.
Si tratta di una via larga 2 metri e mezzo, pavimentata con basali di pietra lavica ancora oggi in molti tratti quasi intatta – il percorrerla è un emozione che riporta alla memoria tempi a noi mai appartenuti ma così familiari, rimembrando le origini degli avi romani. Il suo nome porta in sé il riferimento al sacro perché conduceva al Tempio di Giove Laziale di Monte Cavo, dove si celebravano le ferie latine e i trionfi, da qui il nome di Via Trionfale, dei generali romani. Oggi, al posto del tempio sorge una chiesetta simbolica dai toni cerulei del creato ed intorno a sé massi ciclopici danno una forte impronta archeologica al sito.
La Via Sacra, percorrendola una volta lasciata alle nostre spalle la chiesetta cerulea, porta ad un’altra meraviglia che questo parco riserva, un piccolo terrazzo panoramico detto l’Occhialone dal quale si gode di una vista suggestiva sui laghi vulcanici di Albano, sulla destra e di Nemi, sulla sinistra. Come ben ricorda un cartello informativo lì presente, i due laghi si sono formati nell’ambito delle origini dei Colli Albani e tanto suggerisce anche qui alla memoria la loro visione, Nemi e la leggenda delle due navi romani con i loro tesori, la potenza dei romani, la suggestione della Natura quale Forza potente e dirompente. Come molti lo descrivono, trattasi di un vero colpo d’occhio che si apre al viandante abbandonando all’improvviso la foresta della Via Sacra sul Monte Cavo.
Meravigliati da questa vista stupenda, ci siamo voluti incamminare al suo livello, quasi a toccarla sfiorandola e così abbiamo intrapreso un percorso alternativo, una variante, anch’essa ben segnalata da cartelli informativi che conduceva alle alture del Maschio delle Faete, la montagna più alta dei Colli Albani (956 m s.l.m.) completamente piena di boschi di castagno e di quercia come il panorama dall’Occhialone ci suggeriva.
Tra strada asfaltata e percorso da trekking ci siamo immersi nel bosco del Maschio delle Faete godendo anche da lì di uno spettacolare e quanto più naturale paesaggio, intatto e ampio alla vista.
Il ritorno lo abbiamo poi percorso rinvenendo all’Occhialone e ad anello, dalla chiesetta cerulea siamo scesi sempre lungo la Via Sacra, questa volta appunto in discesa e non più in salita come all’inizio del percorso, fino alle villette di Rocca di Papa.
Una flora meravigliosa e aromatica ci ha accompagnati lungo questo bellissimo percorso, da ortiche a muschi, pungitopo, biancospini, felci, viole e narcisi selvatici.
Al viandante dunque, non resta che esplorare questo incantevole Parco Naturale dei Castelli Romani.
Vieni, c’è una strada nel bosco, il suo nome conosco, vuoi conoscerlo tu?